Proprio come un manifesto di rilevanza storica diceva: “in Europa si aggira uno spettro” a Maranello, da ormai diversi mesi a questa parte, se ne aggira un altro, non terrificante o che fa paura alle potenze europee (le altre scuderie ndr.) ma uno spettro inteso per la sua evanescenza o mancanza di concretezza, si sta parlando ovviamente del 7 volte campione del mondo Lewis Hamilton arrivato in pompa magna, in un matrimonio che sembrava poter finalmente portare la compagine rossa ad un trionfo ormai mancante da troppi anni, che invece, almeno per il momento, sembra essersi rivelato un flop in termini di prestazioni.
All’attivo, per questa stagione, Hamilton ha 1 vittoria sprint (non contata nella classifica generale delle vittorie) 0 podi e 125 punti (in ritardo di circa 50 punti col compagno di squadra) con un quarto posto come miglior posizione raggiunta in una singola gara. Le varie prestazioni dell’alfiere britannico sono state, per essere buoni, nella maggior parte anonime.
È chiaro che anche la SF-25 sia poco avvezza al 7 volte iridato, infatti, la monoposto del cavallino rampante si è dimostrata difficile da interpretare. La trazione in uscita dalle curve lente resta uno dei punti più deboli. In più, la gestione delle gomme posteriori, da sempre cruciale per Hamilton, sembra essere uno dei talloni d’Achille della vettura di Maranello. È una macchina che chiede tanto al pilota, soprattutto in fase di inserimento, e questo va in contrasto con il suo stile di guida, storicamente più fluido e centrato sull’equilibrio generale dell’auto; tuttavia, dal pilota più vincente della storia ci si aspettava molto di più.

#SaudiArabianGP (2025)
Credits: Scuderia Ferrari HP via X
Che fossero profetiche le parole di Fernando Alonso? Il quale, a seguito di un incidente “causato” dal sopracitato Hamilton durante il Gran Premio del Belgio del 2022, ebbe da dire ciò: “this guy only knows how to drive when he’s starting first” tradotto in breve il Sir sa guidare (bene ndr) solo quando parte tra le prime posizioni, c’è da dire che comunque la situazione era, per così dire, “calda” la comunicazione via radio avviene pochi istanti dopo la collisione tant’è che lo stesso autore si sarebbe poi scusato pubblicamente con la stampa per queste parole. Eppure, col senno di poi forse non erano così sbagliate.
Sembra ormai evidente come l’aver portato il nativo di Stevenage sia stata una manovra prevalentemente di marketing. Ma comunque tutti noi amanti delle corse ce lo chiediamo, Lewis ma dove sei?





