Il Gran Premio degli Stati Uniti ad Austin, disputato sul Circuit of the Americas (COTA), rappresenta uno degli appuntamenti più recenti ma ormai consolidati del calendario di Formula 1. Nato per ridare stabilità alla presenza della massima serie in territorio americano, il GP del Texas ha saputo conquistare pubblico, piloti e addetti ai lavori grazie a una combinazione di modernità, spettacolo e fascino tipicamente “a stelle e strisce”.
Le origini: l’idea di portare la F1 in Texas
Per decenni la Formula 1 ha avuto un rapporto complesso con gli Stati Uniti: dopo le edizioni storiche a Watkins Glen, Detroit, Las Vegas e Indianapolis, mancava un circuito moderno e dedicato esclusivamente al circus. La svolta arrivò nel 2010, quando fu annunciata la costruzione di una nuova pista nei dintorni di Austin, capitale del Texas.
Il progetto portava la firma di Tavo Hellmund, promotore locale, e dell’architetto Hermann Tilke, già autore di numerosi tracciati di nuova generazione. L’obiettivo era chiaro: creare un impianto che potesse ospitare la F1 in modo continuativo e che al tempo stesso diventasse un’icona per gli sport motoristici americani.
Il debutto nel 2012: il ritorno della F1 negli USA
Il 18 novembre 2012 la Formula 1 tornò ufficialmente negli Stati Uniti con il primo GP di Austin. L’evento segnò anche il ritorno dopo 5 anni di assenza dal calendario americano (l’ultimo GP si era corso a Indianapolis nel 2007).
La gara inaugurale vide la vittoria di Lewis Hamilton su McLaren, al termine di un duello spettacolare con Sebastian Vettel sulla Red Bull. Una cornice di oltre 100.000 spettatori certificò subito il successo dell’iniziativa: il pubblico texano, unito a quello internazionale, aveva trovato una nuova “casa” per la Formula 1.
The stars and stripes of Austin!
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— Formula 1 (@F1) October 13, 2025
Il Circuit of the Americas: caratteristiche uniche
Il COTA è un tracciato di 5,513 km con 20 curve, capace di unire elementi tecnici a spettacolarità.
- Il simbolo assoluto è la curva 1, una piega a sinistra in salita dopo un rettilineo di partenza mozzafiato, spesso teatro di staccate decisive.
- Le curve veloci da 3 a 6 richiamano lo stile di Silverstone (Maggots e Becketts).
- La lunga curva 17 è ispirata alla mitica curva 8 di Istanbul Park.
- A rendere unico il circuito contribuisce anche l’imponente torre panoramica rossa e bianca, divenuta uno dei simboli architettonici della Formula 1 moderna.
I momenti memorabili
In poco più di un decennio, il GP di Austin ha regalato episodi che hanno segnato la storia recente della F1:
- 2015: Lewis Hamilton vince sotto la pioggia e si laurea campione del mondo con la Mercedes, conquistando il suo terzo titolo.
- 2018: Kimi Räikkönen torna alla vittoria dopo oltre 5 anni dall’ultima affermazione personale (Australia 2013 con Lotus), battendo Verstappen e Hamilton in una gara tiratissima.
- 2021: Max Verstappen e Hamilton si affrontano in un duello spettacolare per il Mondiale, con l’olandese che resiste fino all’ultimo giro e trionfa davanti al rivale.
L’impatto negli Stati Uniti

Il Gran Premio di Austin non è soltanto una gara: è diventato un festival sportivo e musicale. Il weekend al COTA è arricchito da concerti, eventi collaterali e una partecipazione popolare che lo hanno reso un punto fermo nel calendario.
Il successo di Austin ha contribuito a rilanciare la Formula 1 negli Stati Uniti, aprendo la strada all’espansione con altre tappe come Miami (dal 2022) e Las Vegas (dal 2023). Tuttavia, Austin conserva un’aura particolare: è stata la corsa che ha ridato credibilità e stabilità alla presenza della F1 negli USA.
Austin: colonna portante
In poco più di dieci anni, il Gran Premio di Austin è passato dall’essere una scommessa a diventare una colonna portante della Formula 1 moderna. La sua miscela di tecnica, spettacolo e atmosfera texana lo ha reso uno degli appuntamenti più attesi della stagione, un simbolo del legame sempre più stretto tra il circus e il pubblico americano.





