Nel WEC ci sono costruttori in prossimità di entrare nel mondiale endurance, altri invece che hanno espresso chiaramente il loro disappunto con questi regolamenti. Prendiamo le parole affermate da Toto Wolff, con l’austriaco che ha ribadito il concetto che Mercedes non entrerà mai nella categoria prototipi sino a quando ci sarà il BoP. Il famoso e tanto discusso “Balance of Performances”.
Ovvero una serie di parametri tecnici per bilanciare le prestazioni delle vetture, per rendere le gare più avvincenti. Ok, ma così non sempre è l’auto più competitiva a trionfare. Se nella categoria GT oramai è una realtà da tanti anni, nella categoria prototipi è stato introdotto da quando si è passati dal regolamento LMP1 alle Hypercar. Alcuni addetti ai lavori dicono anche che il BoP nel WEC sia stato introdotto per contenere i costi.

Credits: Ferrari Hypercar via X
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Però se nelle GT diciamo che il BoP è ancora “accettabile”, nella categoria prototipi va a falsare molto la vera competitività delle vetture. Regolamento alla mano senza il BoP, beh, una LMH darebbe paga ad una LMDH. Senza entrare nel merito, è chiaro che Ferrari e Toyota sono le più penalizzate dal BoP, perchè la 499P e la GR010 sono le vetture migliori del WEC. Ad Interlagos le Ferrari e le Toyota sembravano delle LMP2 in confronto alle altre hypercar. Parere personale eh, ma senza il BoP le LMDH non riuscirebbero a tener il ritmo delle LMH.
E quindi ad Interlagos si può dire che Cadillac si ha vinto la sua prima corsa nel WEC grazie si ad una V-Series R competitiva. Ma al tempo stesso la vettura americana ha avuto i benefici del BoP. Ben sfruttati dal team Jota Cadillac, per carità. Con questo non vogliamo dire che il progetto Cadillac non sia buono, anzi. Anche a Le Mans la casa americana aveva dimostrato di andar forte. Ma con Ferrari e Toyota messe “ko” dal BoP, per gli altri costruttori (Cadillac in primis) è stato molto più semplice essersi ritrovati nelle condizioni di poter lottare per la vittoria. Una doppietta storica per la Cadillac, che promette di essere solo all’inizio… che questo è niente.

Credits: Porsche Motorsport via X
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Anche la Porsche in Brasile ha raccolto un buon bottino, con un terzo ed un quarto posto. Mentre la 963 del team Proton ha raggiunto la top-ten. Per larghi tratti della corsa brasiliana la 963 ha retto il ritmo della Cadillac, salvo poi arrendersi nelle battute finali della corsa. La cosa clamorosa della corsa ad Interlagos è che solo i primi tre classificati sono arrivati a pieni giri. Tutti gli altri doppiati! Fa molta specie considerando che nell’ultima 24 ore di Le Mans i primi quattro sono stati racchiusi in 30″.
Ma tornando alla 6 ore di San Paolo troviamo la BMW #20 a chiudere al top-five. Mentre la vettura gemella #15 ha avuto problemi ai freni ad inizio gara, ritrovandosi fuori dai giochi. La Peugeot (sesta e settima al traguardo) continua ad essere una vettura troppo altalenante in termini di passo. Tanto vero che ad Interlagos ci si sarebbe aspettato qualcosa di più dalla 9X8. Ottava la migliore delle Ferrari (nonchè vincitrice di Le Mans) la #83 gialla, mentre è stata notte fonda per le #50 e per la #51. Le 499P avevano tanti kg di zavorra, oltre a meno potenza a disposizioni rispetto agli avversari. Ad Austin dovrebbe andar meglio per il Cavallino. Ma nonostante la debacle “carioca”, il Cavallino riesce a mantenere la leadership sia nei piloti che nei costruttori.

Credits: TOYOTA GAZOO Racing via X
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Ma come dicevamo prima, non solo le Ferrari se la sono passata male in Brasile. Anche le Toyota hanno sempre lottato nelle retrovie, ritrovandosi a battagliare con le Aston Martin Valkyrie. Ma BoP a parte, forse le GR010 cominciamo anche ad essere vetture datate, nonchè al limite dello sviluppo. La casa giapponese porterà una nuova vettura nel WEC per il 2027? Chissà.. Poi per concludere tra i delusi della corsa carioca c’è senza dubbio anche l’Alpine. La casa francese continua il suo momento di difficoltà, tra scarsa affidabilità e mancanza di ritmo durante la gara. Ora il WEC tornerà in pista ad inizio settembre, sul circuito di Austin, con la speranza di veder una gara meno noiosa di quella vista ad Interlagos.
Alberto Murador





