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venerdì, Novembre 14, 2025

F1 | Horner fuori da Red Bull: analisi shock di un terremoto politico

La clamorosa epurazione di Christian Horner scuote il Circus: tra accuse di abuso d’ufficio, improvvisi screzi con Max Verstappen e un patto segreto tra gli azionisti Red Bull, la squadra affida le redini a Laurent Mekies. Le conseguenze per Horner, le strategie future e possibili scenari in Ferrari.

È un fulmine a ciel sereno, o forse no, quello che ha scosso nelle ultime ore il paddock della Formula 1: Christian Horner è stato clamorosamente licenziato dalla Red Bull Racing, team che aveva guidato dal 2005 conquistando ben otto titoli mondiali piloti e sei costruttori. Una decisione che si trascina dietro anche l’allontanamento dei responsabili di comunicazione e marketing della squadra, lasciando intuire un terremoto interno che va ben oltre il semplice rendimento sportivo.

Le motivazioni ufficiali restano volutamente vaghe, ma dal cuore pulsante della Red Bull emergono due scenari inquietanti: il primo, gravissimo, riguarda accuse di abuso d’ufficio e comportamenti impropri a sfondo sessuale mosse da una dipendente della stessa squadra, accuse che stanno seguendo il loro corso giudiziario e che, se confermate, rappresenterebbero uno scandalo devastante per Horner e per l’immagine del team. Il secondo scenario, parallelo e non meno influente, ha invece il volto di Max Verstappen: il campione olandese, vera icona della scuderia anglo-austriaca, avrebbe posto un ultimatum diretto ai vertici Red Bull, chiedendo una svolta decisa alla gestione della squadra. Secondo fonti interne, Verstappen avrebbe espresso chiaramente il suo desiderio di chiudere la carriera in Red Bull “solo se ci saranno i presupposti giusti”, alimentando allo stesso tempo i rumor di un clamoroso passaggio in Mercedes.

Dichiarazioni che, volutamente ambigue, potrebbero aver accelerato una decisione già nell’aria da tempo, portando la dirigenza Red Bull a sacrificare Horner pur di trattenere il talento olandese. In questa operazione, strategica quanto drastica, spunta anche la regia occulta del potentissimo Helmut Marko che, secondo voci attendibili provenienti dal paddock, avrebbe unito le componenti societarie thailandese e austriaca, detentrici rispettivamente del 51% e del 49% delle quote del team, in una sorta di patto d’acciaio per epurare Horner e rinnovare radicalmente la gestione del team. Una decisione forte, evidente anche dalla scelta immediata del successore: Laurent Mekies, ex Ferrari e Racing Bulls, uomo noto per pragmatismo e visione strategica, è stato nominato nuovo CEO della squadra di Milton Keynes.

La promozione di Mekies indica chiaramente l’intenzione dei vertici di voltare pagina in modo netto, affidando le redini a una figura con grande esperienza, già avvezza a delicate manovre politiche nel mondo della Formula 1.

Contemporaneamente, Peter Bayer Alan Permane prende il posto di Mekies alla guida di Racing Bulls, segnale inequivocabile di una strategia chiara e studiata a tavolino da Marko e dalla proprietà. Le implicazioni per Horner sono ovviamente gravissime e, indipendentemente dalle reali motivazioni dietro questo licenziamento shock, appaiono già compromettenti per la sua carriera futura nel motorsport. Se infatti si trattasse delle accuse di abuso, la sua reputazione ne uscirebbe irreparabilmente distrutta, escludendo ogni futura possibilità nella massima categoria automobilistica mondiale.

Al contrario, se la vera ragione fosse politica, legata esclusivamente al rapporto deteriorato con Verstappen e alle strategie aziendali, qualcuno sostiene che potrebbe aprirsi un inaspettato spiraglio per un approdo clamoroso in Ferrari, team che in passato lo ha apertamente corteggiato e che, secondo diverse fonti autorevoli, potrebbe tornare ora alla carica per assicurarsi un team-principal dal curriculum vincente. Questa è una ipotesi che tuttavia facciamo fatica a ritenere realizzabile per una serie di motivi, non ultime le parole dell’AD Ferrari, Vigna, che parlava di team unito e di un Vasseur con cui i vertici stavano parlando per programmare il futuro. Tuttavia, particolarmente da Vigna e in generale da una figura come la sua, non ci possiamo aspettare la totale trasparenza e sincerità su determinati argomenti (ricordate qualche mese fa quando con una Ferrari in netta crisi si provava ad addolcire la pillola degli azionisti parlando del 2025 come un anno che avrebbe comunque regalato vittorie e soddisfazioni…).

A Maranello prevale in questo momento una forte esigenza di continuità interna per garantire stabilità a lungo termine, è questa la strada più logica che dovrebbe essere seguita.

La posta in gioco non riguarda solo Horner, ma tutto il futuro strategico del team, chiamato ora a una transizione rischiosa proprio alla vigilia di importanti cambiamenti regolamentari. Con Horner fuori scena e Mekies al timone, Red Bull si prepara ad affrontare una fase cruciale della sua storia. Se le accuse a Horner si rivelassero fondate, l’immagine pubblica del team subirebbe un colpo durissimo, richiedendo anni per ripristinare pienamente la propria credibilità. Parallelamente, la conferma o meno di Verstappen influirà decisamente sulle ambizioni sportive: trattenere l’olandese significa mantenere intatta la leadership competitiva (almeno sul fronte piloti), mentre una sua eventuale partenza aprirebbe scenari tecnici e politici di grande incertezza.

Quanto alla Ferrari, pur con le dovute cautele, il nome di Horner potrebbe rientrare presto nelle discussioni di mercato, alimentando nuove tensioni e rivalità nel già infuocato paddock della Formula 1. Una vicenda che, ben lontana dalla sua conclusione, promette di riscrivere gli equilibri del Circus negli anni a venire.

Francesco Svelto
Francesco Svelto
Non tifo e non simpatizzo squadre e piloti. Amo tutto ciò che è pure-racing a 4 ruote! Nota bene, ho scritto "pure-racing".

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